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Il Premio Nobel per la Medicina 2023

© The Nobel Foundations Archive

I premi Nobel sono considerati tra i riconoscimenti più prestigiosi al mondo e vengono assegnati a persone o organizzazioni che hanno contribuito in modo significativo al progresso nelle rispettive discipline,  nel loro campo di studio o di lavoro.

Ogni anno, i premi Nobel vengono assegnati in diverse categorie:

Fisica
Chimica
Medicina o Fisiologia
Letteratura
Pace
Economia: Formalmente noto come il “Premio Sveriges Riksbank in Economia in memoria di Alfred Nobel”.

 

 

Il Nobel per l’Economia, infatti, è stato istituito successivamente rispetto alle altre categorie, nel 1968, dalla Sveriges Riksbank (Banca centrale della Svezia) in onore di Alfred Nobel, fondatore dei premi Nobel ed l’inventore della dinamite, mentre i primi premi Nobel furono assegnati il 10 dicembre 1901 poiché Alfred Nobel, aveva stabilito nei suoi testamenti che i premi dovessero essere assegnati a cinque anni dalla sua morte, avvenuta nel 1896.


Anche quest’anno, nel mese di ottobre, sono stati assegnati queste prestigiose onorificenze dall’Accademia Reale di Svezia per le Scienze e dal Comitato Norvegese per il Nobel. I vincitori del premio Nobel per la medicina sono s

tati sono stati la biochimica Katalin Karikó e l’immunologo Drew Weissman per “le loro scoperte riguardanti le modifiche delle basi nucleosidiche che hanno consentito lo sviluppo di efficaci vaccini a mRna contro il Covid-19“. L’Accademia di Svezia, ha definito le loro scoperte “fondamentali per lo sviluppo di vaccini a mRna efficaci contro il Covid-19 durante la pandemia iniziata all’inizio del 2020“.

Nel comunicato pubblicato dall’Assemblea presso il Karoliska Institutet si legge “Attraverso le loro scoperte rivoluzionarie che hanno cambiato radicalmente la nostra comprensione di come l’mRna interagisce con il nostro sistema immunitario, i vincitori hanno contribuito allo sviluppo a un ritmo senza precedenti dei vaccini, durante una delle più grandi minacce alla salute umana dei tempi moderni”.

 

Ma conosciamo meglio questi scienziati:

Drew Weissman è attualmente professore di Medicina presso la Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania, ed è un immunologo e ricercatore statunitense  mentre Katalin Karikò è una biochimica e  ricercatrice ungherese naturalizzata statunitense nonché, dal 2019, vicepresidente senior di BioNTech RNA Pharmaceuticals. Insieme hanno dedicato gran parte della loro carriera alla ricerca sull’mRNA e alla sua applicazione nella terapia genica.

Karikò, sin dagli inizi degli anni ’90, quando era docente dell’Università della Pennsylvania, ha studiato come l’mRNA potes

se essere utilizzato per trattare malattie genetiche e altre condizioni mediche, con non poche difficoltà, sia di salute che nell’assicurarsi finanziamenti, che furono anche causa di un demansionamento.

Solo verso la fine del millennio, grazie proprio all’arrivo di Weissman nell’Ateneo, che la supportò negli studi, poté continuare le sue ricerche.

Insieme fondarono nel 2006 la RNARx e svilupparono una tecnica chiamata “modificazione dell’mRNA a livello del nucleoside” che consiste nell’inserire specifiche modifiche chimiche nell’mRNA per evitare una risposta immunitaria indesiderata, aumentandone la stabilità e la sicurezza in ambito terapeutico; successivamente, nel 2013 brevettarono l’uso e l’applicazione di RNA modificato e non immunogenico.

Nel dettaglio, i due ricercatori avevano come obiettivo quello di elaborare e utilizzare RNA sintetico per stimolare le cellule a produrre proteine specifiche, con l’obiettivo ad esempio di stimolare anticorpi o fattori di crescita.  Durante i loro studi si accorsero, però, che l’mRNA sintetico aveva la caratteristica di attivare in maniera indesiderata le difese immunitarie, venendo riconosciuto come “estraneo” e impedendo così la trasmissione delle informazioni necessarie per la produzione delle sostanze desiderate.

La rivoluzione, dopo numerosi esperimenti, arrivò quando si accorsero che modificando lievemente uno o più nucleosidi (le particelle che compongono l’RNA) la molecola perdeva la sua caratteristica immunogenica e poteva trasmettere finalmente le istruzioni necessarie alle cellule.

A partire dal 2005, quindi, iniziarono a pubblicare numerosi articoli che attirarono l’attenzione di numerosi colleghi ricercatori, alcuni dei quali, successivamente, avrebbero avuto un ruolo fondamentale nella nascita di Moderna e BioNTech (con Pfizer), e che ora sono famosi in tutto il mondo per i loro vaccini contro il coronavirus.

In particolare, i ricercatori Derrick Rossi e Robert Langer, partendo dagli studi di Weissman e Karikò, lavorarono a lungo sulla possibilità di indurre le cellule a produrre la quasi totalità delle proteine, attraverso l’RNA modificato. Nel 2010 fondarono la società Moderna, insieme a Noubar Afeyan, del fondo di investimento Flagship Venture specializzato nelle startup del settore biotecnologico. Il nome è indicativo del settore di specializzazione dell’azienda; ha, infatti, origine dalle parole “modified” e RNA.

Contestualmente si stava avviando una start-up tedesca, BioNTech, fondata dai coniugi Uğur Şahin e Özlem Türeci, che si dedicava prevalentemente a ricerche nel settore delle immunoterapie contro i tumori. E nel 2013 Weissman e Karikò finalmente riuscirono a commercializzare la loro scoperta proprio con questa azienda, così piccola da non avere nemmeno un sito web.

Da questo momento vi furono molteplici tentativi di sviluppare vaccini, in primis contro il virus Zika e quello che causa la MERS, che però non ebbero risultati particolarmente incoraggianti.

Fu l’arrivo della pandemia di SARS-CoV-2, responsabile del COVID-19, che vide tutti gli sforzi di Karikò e Weissman avere finalmente i risultati tanto attesi. Appena fu rilasciata la sequenza genica del virus, BioNTech avviò il “Project Lightspeed”, con un team dedicato e che, in collaborazione con Pfizer permise, in tempi brevissimi, meno di un anno, di sviluppare vaccini altamente efficaci, che nonostante non impediscano l’infezione da parte del virus, sono in grado di ridurre i rischi di sviluppare forme le forme più gravi e letali della malattia.

È Importante sottolineare come i risultati di Karikò e Weissman erano già stati pubblicati nel 2005, quindici anni prima dell’emergenza mondiale dovuta al diffondersi del Covid-19, ma solo a seguito della pandemia il loro lavoro è stato ampiamente riconosciuto come un importante passo avanti nella scienza e nella medicina.

Il Nobel è stato solo l’ultimo di una lunga serie di onorificenze, a partire dal 2020, come il premio Breakthrough of the Year della rivista Science o il Princess of Asturias Award nel 2021, che riconoscono non solo il valore della scoperta straordinaria che ha permesso di uscire dall’emergenza pandemica ma anche l’enorme potenziale di questa metodica per l’applicazione in molti altri ambiti della medicina, dalla cura delle neoplasie, alle malattie genetiche, metaboliche o in campo cardiovascolare.

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