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Ecografia come V pilastro dell’esame obiettivo: POCUS

Dario Fabbri medico di Pronto SoccorsoL’uso dell’ecografia in emergenza: Intervista a Dario Fabbri medico di Pronto Soccorso


Dario Fabbri
è un medico di 34 anni bolognese, specializzato in Medicina Interna e che attualmente lavora presso l’Ospedale di Ravenna presso la U.O. di Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza. Il Dottor Fabbri, oltre al fonendoscopio ha un ecografo portatile innovativo semprein tasca. Gli abbiamo chiesto di raccontarci il suo percorso formativo e spiegarci l’importanza di questo strumento nella pratica clinica quotidiana.

Da medicina interna al pronto soccorso, come mai questa scelta?

Fin dagli ultimi anni di specializzazione ho capito che la parte che mi interessava di più era l’emergenza, quindi ho iniziato a frequentare il Pronto Soccorso dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna. Una volta specializzato ho iniziato a lavorare all’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna nella U.O. di Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza.

Mi affascina l’idea di riuscire a capire cos’ha il paziente ancor prima della diagnosi vera e propria, questa infatti è la parte più complicata del mio lavoro. Spesso le persone lamentano sintomi aspecifici che possono riferirsi ad almeno una decina di patologie differenti e riuscire a stringere il cerchio non sempre è facile.

L’ecografo che porti in tasca ti aiuta in questo quindi?

Diciamo di sì…Oltre a tutto quello che viene studiato all’università, quindi l’anamnesi, la storia del paziente, l’esame obiettivo e prima ancora di richiedere gli esami del sangue e la diagnostica strumentale di secondo livello, mi sono reso conto con il tempo che avere, in urgenza, uno strumento così versatile che possa dare risposte immediate a quesiti semplici (si/no) è fondamentale.

Ecografia: idronefrosi destra
POCUS: idronefrosi destra


Non sto parlando di una diagnostica per immagini di secondo livello che richiede ovviamente tempi più lunghi e ha altre finalità, ma della cosiddetta POCUS (Point of Care Ultra Sonography) ovvero un esame ecografico immediato e veloce che può aiutare ad inquadrare meglio il paziente e ad escludere alcune patologie. Ad esempio, nel caso di paziente con dolori addominali, appoggiando la sonda ed effettuando una veloce ecografia addominale possiamo capire se il problema è riferito alla colecisti, se ci sono calcoli, se fosse un caso di idronefrosi, se l’aorta è a posto, ecc.

E’ possibile visionare alcuni casi clinici cliccando qui.

Possiamo quindi dire che la POCUS è un nuovo fonendoscopio?

Il fonendoscopio resta insostituibile in certe situazioni. L’auscultazione è parte dell’esame obiettivo del paziente. C’è però chi dice che la POCUS possa diventare il quinto pilastro dell’esame obiettivo che, al momento, è composto da: anamnesi, palpazione, percussione e auscultazione. L’insonazione, la POCUS appunto, si andrebbe ad aggiungere a questi quattro. Per questo motivo a volte viene chiamata anche eco-fonendoscopio, proprio perché spesso fa quello che il fonendo faceva qualche anno fa. In più sta ripercorrendo esattamente la stessa storia, perché sta incontrando le stesse resistenze e difficoltà all’interno della Comunità Scientifica che dovette affrontare il fonendoscopio all’inizio dell’800 quando venne introdotto nella pratica clinica.

Qual è la differenza tra la POCUS e l’ecografia normale (magari effettuata con ecografo portatile)?

La POCUS si aggiunge a tutto quello che già c’era e veniva fatto. È un nuovo strumento di diagnosi di primo livello che aiuta ad escludere determinate patologie e a far propendere il medico per una o l’altra ipotesi diagnostica. È immediata, veloce e pratica, ma non fornisce le stesse informazioni fornite da un’indagine più accurata effettuata da un radiologo specialista con un ecografo standard. Quindi non sostituisce questo tipo di esame.

Come ti sei formato per utilizzare l’ecografo?

Il primo approccio con l’ecografia risale a quando frequentavo il reparto di medicina interna e l’ambulatorio ecografico internistico del reparto. Lì mi sono reso conto dell’assoluta utilità di questa tecnica. Per quanto riguarda la POCUS poi sono stato un po’ autodidatta. Diciamo che ogni medico può imparare perché la curva di apprendimento è, a parer mio, molto rapida e poi perché lo strumento è molto facile da usare.

Allora parliamo dell’ecografo che hai in tasca…è piccolissimo!

Ecografia: super potereQuesto è il mio ecografo personale, è un Butterfly IQ. Ho deciso di acquistarlo proprio perché credo che sia lo strumento più smart e versatile al momento in commercio, in primis per le sue dimensioni: è molto piccolo, lo si tiene comodamente in tasca e si collega al computer o al telefono. Un ecografo portatile classico si può spostare, è vero, ma è comunque più ingombrante e richiede tempi più lunghi di accensione,  di utilizzo e setting. Il fatto stesso di averlo sempre a portata di mano vuol dire che se mi viene un dubbio mentre il paziente sta parlando lo tiro fuori dalla tasca e lo uso immediatamente, per capire meglio.

Ovviamente la risoluzione è migliore in macchine più grandi, ma è lo scopo stesso ad essere diverso. In particolare ho scelto il Butterfly IQ perché è unico nel suo genere. Sostituendo la tecnologia classica in cristalli (costosa e molto fragile) con un chip in silicio, il costo è più accessibile rispetto ai concorrenti e il macchinario è più duraturo (soprattutto se pensiamo che è qualcosa che può essere tenuto in tasca durante intere giornate lavorative). Inoltre, è un 3 in 1, ovvero non è necessario sostituire la sonda (lineare, convex, settoriale) per indagare aree diverse, ma la stessa sonda si applica a tutte le regioni semplicemente cambiando il settaggio al momento dell’accensione.

In più questi ecografi danno la possibilità di condividere le immagini in tempo reale con i colleghi. Tramite app posso chiedere una

Butterfly IQ ecografo
Butterfly IQ

consulenza a colleghi amici, oppure posso accedere alla community allargata (su gruppi facebook o altri canali) per visionare casi clinici, fare formazione o avere pareri e capire come si sta lavorando in altre zone d’Italia o del mondo. Soprattutto adesso, con il Coronavirus, è stato fondamentale sapere come altri colleghi si sono comportati, le tecniche utilizzate ecc. In casi come questo, quando la malattia è pressoché sconosciuta, l’esperienza è ciò che aiuta più di ogni altra cosa e la condivisione è fondamentale per costruirla e allargarla.

A proposito di Coronavirus, anche in questo caso l’ecografia ha giocato un ruolo importante…

Sì, assolutamente. Il tampone resta il mezzo imprescindibile per la diagnosi di Coronavirus. Il gold standard per individuare la polmonite è invece la TC torace. Purtroppo però i numeri che abbiamo avuto nel nord Italia non hanno reso possibile fare una TC a tutti i casi sospetti di Coronavirus e l’ecografia toracica si è dimostrata uno strumento estremamente utile con una capacità di diagnosi nettamente superiore a un RX che evidenziava solamente i casi più eclatanti. In questo periodo ho svolto molti turni in pronto soccorso Covid, ho visto tanti pazienti con difficoltà respiratorie e la POCUS è stata di grande aiuto. Banalmente appoggiando la sonda al torace, seguendo determinati criteri, si può escludere la polmonite da COVID con discreta certezza e indirizzare invece i pazienti al tampone qualora ci fosse probabilità di infezione da virus.

L’ecografia è stato uno strumento molto utilizzato anche in altre zone d’Italia, a Piacenza ad esempio, so che hanno fornito ecografi ai medici del territorio per poter andare a domicilio dai pazienti. A Bologna, al Sant’Orsola, è stato creato un percorso rapido con un infettivologo e un medico di urgenza che effettua una eco torace a cui accedono tutti i pazienti con sintomi respiratori anche lievi. In questo modo, tramite ecografia e sentendo la storia clinica, si può decidere ad esempio sulla rapidità del tampone. I primi centri a fare affidamento massivo all’ecografia sono stati Lodi e Codogno e, sul loro esempio, tanti altri ospedali si sono attivati in questo senso. Come dicevo prima, l’esperienza condivisa ha veramente agevolato la gestione dell’emergenza e accelerato i tempi.

In questo articolo abbiamo parlato di:

  • Ecografia POCUS
  • Ecografia in Pronto Soccorso
  • Ecografia addome
  • Ecografia toracica

Per approfondire vi invitiamo a visionare alcuni casi clinici che il Dottor Dario Fabbri ha gentilmente deciso di condividere con DoctorsWork! A questo link

 

 

 

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